Moglie e marito sono a teatro, seduti in sala, in attesa dell’inizio dello spettacolo.
Ad un certo punto l’uomo e’ colto da forti dolori di pancia, sempre piu’ insistenti e dice alla moglie (sottovoce):
“Cara, non resisto, devo andare subito al gabinetto”.
La moglie (sottovoce): “Ma proprio adesso! La commedia sta per iniziare”.
Ma l’uomo insiste (sottovoce):
“Non resisto proprio. Torno subito”.
Detto questo l’uomo si alza e piegato in due si avvia verso il fondo della sala
con tremendi spasmi addominali e gorgoglii sinistri.
Individuata la maschera si avvicina e chiede di un gabinetto.
“Il gabinetto, certo. Dunque, faccia attenzione.
Esca dalla sala e giri nel corridoio a destra; lo percorra fino in fondo
e prenda la porta a sinistra, salga i quattro scalini che ci sono e poi entri
nella prima porta a sinistra, faccia il corridoio a destra e quindi prenda la terza porta a sinistra.
Li’ c’e’ il gabinetto”.
L’uomo, oramai sull’orlo di un plateale cedimento intestinale, ringrazia frettolosamente, si precipita fuori dalla sala
e comincia a percorrere la strada indicatagli dalla maschera.
Tuttavia dopo due o tre porte e qualche corridoio l’uomo si rende conto di essersi perso nei meandri del teatro.
Nessuno in vista, autonomia di circa un minuto.
L’uomo, disperato, oramai piegato in due, gorgogliando in maniera pietosa, cerca un angolino
appartato dove espletare i suoi bisogni, quando vede di fronte a se’ una porta.
Si avvicina e la apre.
Entra in una stanza quasi completamente buia.
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