S.O.S ambiente: “Mare caldo” per cambi climatici

S.O.S ambiente: “Mare caldo” per cambi climatici

“Mare caldo” per cambi climatici, sos biodiversità in Italia

Studio Greenpeace sugli ecosistemi marini costieri

I segnali degli impatti dei cambiamenti climatici sui nostri mari sono sempre più evidenti:

vicino alla costa dell’Isola d’Elba, ad esempio, è stato rilevato un aumento repentino delle temperature che a inizio giugno, attorno ai 35 metri di profondità, sono arrivate fino a 20 gradi centigradi.

Così, fenomeni di necrosi colpiscono specie simbolo dei nostri fondali:

in alcune aree la moria ha colpito fino al 50% delle colonie di gorgonia gialla (Eunicella cavolini) e di gorgonia bianca (Eunicella singularis).

Sono i primi risultati dei monitoraggi sugli ecosistemi marini costieri di Greenpeace e del Distav (Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita) dell’Università di Genova.

Nell’ambito del Progetto “Mare Caldo” svolti all’Isola d’Elba dove la ong ambientalista si trova per la spedizione di ricerca “Difendiamo il Mare”, condotta con la barca Bamboo della Fondazione Exodus di don Mazzi.

“Le prime osservazioni” spiega Monica Montefalcone, responsabile scientifico del progetto ‘Mare Caldo’.

Sembrano indicare come l’aumento delle temperature stia causando impatti evidenti anche all’Elba e a Pianosa, con la morte o lo sbiancamento di alcune specie più sensibili e la diffusione di specie termofile, che arrivano da mari più caldi.

La maggiore biodiversità e la presenza ridotta di mucillagine a Pianosa – aggiunge – sono un chiaro segnale che, laddove il mare è totalmente protetto, le specie hanno una maggiore resilienza al cambiamento, che purtroppo è già in atto”.

Proprio vicino alla costa dell’Isola d’Elba Greenpeace, insieme all’Università di Genova, aveva posizionato lo scorso novembre una stazione pilota per misurare le variazioni delle temperature del mare a diverse profondità.

In questi giorni, spiega l’associazione ambientalista, sono stati scaricati i primi dati dei termometri che indicano, oltre a un aumento repentino delle temperature che attorno ai 35 metri di profondità sono arrivate fino a 20 gradi a inizio giugno.

Anche un aumento delle temperature invernali, con una temperatura media minima tra dicembre e marzo di 15 gradi centigradi, di ben un grado più alta delle medie registrate in superficie fino al 2006.

Finte (ANSA).

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