Ho pianto e mentito: il racconto di Paola volontaria dell’anpas

Ho pianto e mentito: il racconto di Paola volontaria dell’anpas

E poi arrivo a pulire il letto dove abbiamo messo il mio collega.

Che male mi fa.

Ora gli scriviamo messaggi e gli mandiamo incoraggiamenti, ma lui questa guerra la sta vivendo due volte”.

“Vorrei del cloro per lavarmi dagli occhi le scene più brutte.

Vorrei che la gente smettesse di morire, che le persone tornassero ad essere riunite davanti a un tavolo, vorrei cose che ci saranno precluse per mesi.

E vorrei chiedere scusa, perché io non sono stata un eroe come dicono in tv, ho pianto e avuto paura. Ho stretto i denti e i pugni tante volte e tante volte ho pensato che stava andando tutto in malora.

Ho mentito, ogni volta che ho detto ‘andrà tutto bene’, ogni volta che ho stretto una mano dicendo ‘adesso riposa domani andrà meglio’.

Sapendo che quel riposo era in realtà la morte, ogni volta che ho detto ‘ragazzi coraggio siamo bravi’ sapendo che eravamo barchette di carta in un oceano in tempesta.

Non è finita. È un respiro prima di tornare sott’acqua.

Che male, adesso, pensare alle settimane vissute qui dentro”.

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